Il Rudere del "Castello Giudicale"

Nei secoli XI-XII i Giudici di Torres stabilirono ad Ardara la capitale del loro regno e vi fecero edificare un imponente castello. Oggi possiamo ammirare il rudere della torre alta quasi 12 m

Data di pubblicazione:
23 Novembre 2016
Il Rudere del "Castello Giudicale"

Nei secoli XI-XII i Giudici di Torres stabilirono ad Ardara la capitale del loro regno e vi fecero edificare un imponente castello. Oggi possiamo ammirare il rudere della torre alta quasi 12 m.


La sua peculiarità, essendo uno dei rari esempi di palazzo giudicale ancora visibile, e il precario stato di conservazione non facilitano la sua ricostruzione ideale.
Lo scavo archeologico ha evidenziato un'area piuttosto limitata, in quanto impedito dalla presenza di altre strutture, non consentendo nessuna ricostruzione della sua articolazione interna, ma portando alla luce interessanti reperti archeologici.
Sappiamo che tutti i documenti dall'XI al XIII secolo, quando si riferiscono al "Castello di Ardara" parlano di Palacium e non di castrum o castellum. Infatti il palazzo presente ad Ardara può essere immaginato con caratteristiche diverse da quelle di un castello: un complesso imponente a più piani, con la presenza di finestre, mentre gli ingressi dovevano trovarsi direttamente sul piano di campagna. Probabilmente fu realizzato dalla stessa maestranza pisana responsabile della costruzione della chiesa di Santa Maria del Regno.
Alla fine del giudicato Ardara fu conquistata dalla Famiglia Doria e da questo momento in poi crebbero le esigenze di difesa e pertanto il palazzo fu fortificato come un castello.
Verso il 1580, secondo Giovanni Francesco Fara, il castello appare già in rovina. Del castello fino Al 1858 era ancora in piedi una porzione di muro di circa 15 metri. Il canonico e archeologo Giovanni Spano, riferisce di aver visto il piano superiore di un edificio decorato da pitture paretiali, purtroppo poco dopo la sua visita tutta la struttura crollò e secondo la tradizione locale i fautori furono gli abitanti stessi che lo utilizzarono come cava di materiali per la costruzione delle loro case. Invece lo Spano dichiara che la distruzione fu opera dell'impresario della casa comunale e della scuola elementare che utilizzò i materiali del castello per la costruzione di questi edifici.
Lo Spano rammaricandosi della triste fine del castello di Ardara dice: Ivi di fatti i figli dei Giudici ricevevano l'educazione, e si iniziavano negli affari del governo. Quivi abitò Iticorre Gambella magnate del Logudoro, e tutore di Gonario II, lasciato in minore età da Costantino I. Ivi convenivano i più dotti e illustri uomini del clero secolare e regolare, ed ivi al corteggio dei Giudici vivevano tutti gli ufficiali, gli scrittori, ossia i notari del palazzo, i cancellieri per scrivere patti e donazioni, le quali avevano la clausola et ego iscripsi ista carta in regno qui dicitur Ardara.
 
Testi: CD-ROM IL REGNO DI TORRES, in regno qui dicitur Ardar, progettato e realizzato da ConsulMedia srl, sotto la Direzione scientifica di Giuseppe Meloni, a cura di Franco G.R. Campus, prodotto da VI Comunità Montana Monte Acuto.

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Ultimo aggiornamento

Lunedi 10 Ottobre 2022